“C’è un paradosso nel nostro Paese: il differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese. Anche in questa fase di discesa dei prezzi nell’import, in Veneto, le nostre imprese pagano ancora il 65,3% in più rispetto la media del 2021. E qui le cose stanno andando meglio che nel resto d’Italia. Il nostro differenziale è il secondo più basso dopo quello della Basilicata +53,7% ma, la media, è del +81,8% ed alcune regioni sono oltre il 100%. Quello che ci penalizza di più è il confronto con i nostri competitor europei dove il differenziale si ferma a +43,4%”. Lo denuncia Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto con alla mano i dati dell’ultimo report dell’osservatorio di Confartigianato.
“Ovviamente -prosegue- si sta delineando una attenuazione del peso della bolletta energetica nel primo trimestre. A marzo 2023, in Italia, i prezzi delle importazioni di energia scendono del 25,2% su base annua, una tendenza in linea con la media Eurozona (-25,3%). Una uniformità che si perde sul fronte dei costi di elettricità e gas per famiglie e imprese e porta ad una maggiore inflazione energetica per l’economia italiana. Ad aprile 2023 i prezzi dell’energia degli ultimi dodici mesi sono del 62,1% superiori alla media del 2021, un divario di oltre venti punti superiore al +40,4% della media Eurozona. In particolare, la dinamica dei prezzi di energia elettrica e gas è del 103,5%, più del doppio del 51,8% della media Uem. Il gap è molto severo per l’elettricità che negli ultimi dodici mesi registra un prezzo del 136,2% superiore alla media del 2021, mentre per l’Eurozona il divario si ferma al 40,8%”.
Fonte: Confartigianato Veneto