Sono i prodotti alimentari da forno a trainare l’export lucano e, in particolare, i biscotti della Ferrero “Nutella Biscuits” che vengono prodotti nello stabilimento di Balvano, in provincia di Potenza.
Una novità nel settore delle esportazioni dove auto, petrolio e salotto sono sempre state le voci prevalenti.
In percentuale “l’agroalimentare rappresenta solo il 7,4% dell’intero export lucano (dominato dall’automotive, in calo però dal 2018), il comparto, come rileva l’Istat, è passato da 87 milioni nel 2017 a 212 milioni di euro nel 2022, il valore più alto negli ultimi 30 anni. Al suo interno il 77% è dato dai prodotti alimentari lavorati (aumentati del 327% dal 2017 al 2022; da 38 milioni a 163 milioni nel 2022) e il 56% è attribuibile ai prodotti da forno e farinacei, passati 68 milioni nel 2021 a 118 milioni nel 2022: il 74,3% in più. I numeri Sono proprio le vendite dei prodotti alimentari, bevande e tabacco a determinare in Basilicata la crescita in valore dell’export nel 2022 rispetto al 2021 con una variazione del 78,4% rispetto al 16.7% in Italia. Ma cosa ha determinato questo balzo in avanti? Tra le aziende lucane spicca la Ferrero con i suoi “Nutella Biscuits”, prodotti solo nel “Forno di Balvano”, stabilimento in provincia di Potenza nato dopo il terremoto del 1980 con i fondi della ricostruzione. La Ferrero non fornisce numeri sull’export, ma evidenzia solo le tappe del lancio del biscotto sui diversi mercati. Basta metterle in relazione con i dati Istat sull’export lucano in valore dei prodotti da forno che diventa chiaro il peso della produzione di Balvano”.
Per quanto riguarda il prodotto “Nutella Biscuits”, “lanciato a ottobre 2019, non solo ha resistito alla pandemia imponendosi sul mercato nazionale come il biscotto più venduto in Italia (oltre 47 milioni di confezioni in un anno rispetto all’obiettivo di 25 milioni), ma ha poi aggredito i mercati internazionali, partendo dalla Francia. Dal 2018 al 2019, l’Istat rileva il balzo delle esportazioni in Francia da un valore di un milione a 15 milioni, per salire a 25 milioni nel 2020 e stabilizzarsi tra 21 e 22 milioni tra il 2021 e il 2022. Ancor più evidente è il parallelo dopo i nuovi investimenti e il raddoppio della produzione a Balvano tra il 2020 e il 2021 e con il lancio a fine 2021 del biscotto sui mercati tedeschi. Il valore dell’export lucano verso la Germania sale a circa 10 milioni di euro nel 2021 per raddoppiare a 21 milioni nel 2022. Lo stesso avviene con il lancio nel 2022 nel Regno Unito con l’export lucano verso quel Paese che va da 16 milioni a 36 milioni. È evidente che sono i principali mercati europei a trainare le esportazioni dei prodotti da forno: nel 2022 il loro valore economico è di 106 milioni di euro, ben 79 milioni ascrivibili a Francia, Germania e Regno Unito. In tutto il mondo sono 118 milioni. Cresce l’export anche verso Paesi Bassi, Irlanda, Spagna, Belgio, Austria. Quando la Ferrero aggredisce i mercati non europei, a partire dagli Stati Uniti a fine 2022, il movimento di export è subito evidente: dai 3,5 milioni del 2021 ai 7,5 nel 2022. Poi verso l’Australia, con un primo raddoppio da 367mila a 766 mila euro. Ma nel 2023 si vedrà l’aumento sui mercati extraeuropei. E anche se i prezzi all’esportazione dei prodotti alimentari lavorati avranno risentito dell’inflazione del 2022, i prodotti da forno (biscotti, non merendine) possono contare sul gradimento dei mercati internazionali. E rilancio di produzione e nuovi prodotti attesi nel 2023 traineranno ancora l’export. Ma sui mercati internazionali spiccano alcune eccellenze lucane. La Laurieri Srl, azienda di panificazione nata a Matera negli anni Settanta è tra i fornitori delle maggiori compagnie aeree internazionali con un fatturato al 2022 di circa 15 milioni. «Il 95% realizzato all’estero – dice Gianni Laurieri del board aziendale -. La crescita media degli ultimi 3 anni si attesta intorno al 25%. I principali mercati in crescita sono gli Usa, Giappone, Nord Europa, Australia, Est Europa. Il prodotto di punta sono gli Scrocchi, marchio registrato a livello mondiale: è un cracker rustico di gusto e fragranza unico». Sono i Savoiardi il prodotto più venduto all’estero «essendo un ingrediente base per la preparazione del tradizionale tiramisù: l’export vale il 5% sul fatturato totale», sottolinea Ezio Pinto della Dileo Pietro di Matera che ha chiuso il 2022 con 16 milioni di fatturato. I principali paesi destinatari sono Australia, Canada, Israele”.